La trasparenza delle Note Integrative
Dai siamo onesti, quanti di noi si danno la briga di scrivere qualcosa di significativo che accompagni il bilancio nelle Note Integrative con magari una piccola relazione dell’Amministratore?
È tanto comodo lasciare che faccia tutto il programma del commercialista.
Il bilancio tutto sommato è solo una mera formalità in cui far risultare un utile quanto basta per non pagare troppe tasse o coprire con vari artifizi, laddove possibile, perdite.
Ci siamo riconosciuti? Bravi!
Questo bilancio ci accompagnerà per dodici mesi con le relative note integrative, sempre più lette da chi deve decidere se concedere o rinnovare crediti o in caso di finanza straordinaria.
Nelle note abbiamo la unica opportunità di rendere più intelligibili le scritture e chiarire aspetti a nostro favore.
Laddove non lo facessimo viene interpretato come poca trasparenza per celare altro o, peggio, come noncuranza nell’amministrazione dell’azienda, segnale di pericolo e di poca affidabilità.
Possiamo anche dare una indicazione sui fatti salienti, che possono anche confermare un trend, o se il caso ribaltare una situazione delicata, riguardanti l’esercizio in corso, quindi successivo al bilancio.
Il tutto in modo sintetico con dati aggregati, rimandando alla visura semmai di documentazione a supporto.
Va da sé che ne guadagna in credibilità l’azienda e in immagine l’Amministrazione, andando a incidere positivamente sul rapporto di fiducia con gli interlocutori finanziari.
Creiamo così un filo logico temporale tra passato, presente e futuro invogliando un eventuale finanziatore cliente o fornitore a riporre la fiducia nelle capacità e trasparenza della nostra azienda.
Sempre che il bilancio sia ben redatto, non solo in termini fiscali e bilancistici, anche con riguardo all’equilibrio di tutti i parametri che compongono il rating e che il tutto sia coerente con le Note Integrative, i documenti a supporto e il business plan con i bilancini dell’esercizio successivo.
Facile, no?
Per noi pane quotidiano, vedere per credere.
Articolo di Marco Simontacchi
21/06/2022