Nuovo CCII: trappola od opportunità?
Il 15 di luglio è entrata in vigore nella sua veste definitiva la Legge sul Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza (CCII), armonizzandoci e recependo la Direttiva UE 2019/1023.
Prevede degli adeguati assetti organizzativi per rilevare i primi segnali di crisi e se il caso da gestire con composizione negoziata.
Il CCII non salva di per sé le PMI, le mette in condizione di prevenire eventuali crisi, salvaguarda semmai il sistema spostando il limite di intervento degli Amministratori molto prima della vecchia normativa dando anche dei punti di riferimento precisi.
Gli Amministratori, se non adempienti al CCII, sia nella parte di adeguato assetto che nella segnalazione di probabile crisi, si troveranno nella spiacevole situazione di rispondere in proprio non dei maggiori danni arrecati, come da vecchia normativa, ma in solido con l’Azienda, divenendo quindi il loro patrimonio personale disponibile per la procedura concorsuale.
Il livello di attenzione deve quindi essere massimo, sia come Amministratori che come fornitori, in entrambi i casi si assumono degli obblighi in caso di concordato semplificato.
Rammentiamo che i creditori, soprattutto se pubblici, sono a loro volta tenuti alla segnalazione a sistema di segnali di allarme di probabile crisi di impresa e di insolvenza.
Per il proprio bene gli Amministratori debbono aprire la crisi, o risolverla, prima che un esterno provveda, mettendoli in mora per non aver organizzato adeguati assetti o non aver controllato o provveduto.
I creditori che godono di tutele hanno l’obbligo di rispettare contratti aperti se non autorizzati alla risoluzione.
Viene nominato un esperto indipendente ed entro 60 giorni dalla sua relazione si ricorre e chiude un concordato semplificato per la liquidazione del patrimonio.
Vi sono vantaggi e svantaggi, in ogni caso si tende a salvaguardare una continuità aziendale.
Il primo punto è che si cerca di prevenire situazioni gravi e ai primi segnali di contenere i danni.
Anche i tempi di risoluzione vengono delimitati in 60 giorni più la relazione, che garantisce rientri rapidi e sicuramente superiori rispetto all’attuale.
Infatti, più è lungo il concordato più esso diventa oneroso, sino all’assorbire buona parte delle risorse, e il prezzo è a totale carico dei creditori essendo tali costi detratti dal patrimonio disponibile.
Il garantire le forniture dei creditori privilegiati consente inoltre di dare continuità agli affari in essere, aumentando i flussi di cassa disponibili per la procedura.
Quali quindi gli assetti previsti:
- rilevare squilibri economici, finanziari o patrimoniali
- verificare la sostenibilità dei debiti e della continuità aziendale nel tempo
- seguire periodicamente i controlli dei segnali di allarme
- effettuare periodicamente un test di perseguibilità di risanamento
I segnali di allarme da controllare
- Retribuzioni scadute da 30 giorni pari alla metà o più del totale mensile
- Debiti verso fornitori scaduti da 90 giorni superiori a quelli non scaduti
- Esposizioni bancarie scadute o oltre fido da oltre 60 giorni superiori al 5% del totale esposizioni
- Esposizioni debitorie verso creditori pubblici
Il risk management e la direzione finanziaria sono sempre più una necessità.
Noi siamo pronti, Voi?
Articoli di Marco Simontacchi
20/07/2022