Pasticcio all’Italiana – Il Governo fa le pentole ma non i coperchi.
Con l’Articolo 6 del Decreto di Liquidità convertito con la Legge di Bilancio 2021 sono state temporaneamente sospese le coperture delle perdite di bilancio inerenti all’esercizio 2020 per tutte le società di capitali indipendentemente dalle motivazioni.
Tutto ciò in deroga agli articoli del codice civile che normano tale evento, sia che riduca il capitale sociale al di sotto di un terzo sia che il Patrimonio Netto risulti negativo, indicando in cinque anni il periodo in cui mettere in atto gli articoli sterilizzati temporaneamente o di ricapitalizzare la società.
Non concorreranno tali perdite a sommarsi ad eventuali altre future e alla determinazione della soglia minima del capitale sociale, andando tale sterilizzazione della perdita espressamente indicata in Nota Integrativa.
L’intento è chiaro, permettere ad aziende che abbiano motivazioni industriali al proseguimento dell’oggetto sociale di sopravvivere allo choc e avere il tempo di riprendersi o di finanziarsi.
Iniziativa lodevole che rischia di fare più danni che bene, vediamo il perché.
Tale sterilizzazione pone dei quesiti e delle conseguenze per ora irrisolvibili al sistema finanziario.
Nulla di grave qualora una azienda lavorasse unicamente con mezzi propri, caso raro, ma pone drammatici interrogativi per tutte quelle aziende che dipendono da terzi per finanziare il circolante, quindi per chi incassasse i crediti clienti dopo aver dovuto pagare i debiti fornitori e non avesse cassa sufficiente a colmare il gap.
Si è provveduto a sterilizzare il codice civile mettendo una pezza, nulla cambia riguardo alle Leggi bancarie (T.U.B.) e alle direttive riguardo al rating e a Basilea 3, salvo congelare i rinnovi e le moratorie al 31/12/21.
Le Istituzioni Finanziarie si trovano quindi nella difficile situazione di non poter rinnovare i fidi o con il rischio di dover porre in stato di default tutte quelle aziende che hanno fatto ricorso all’Articolo 6, senza via d’uscita.
In questi giorni molti Responsabili Corporate o Direttori di Filiale stanno avvertendo i Clienti della difficoltà mettendoli in guardia del pericolo, senza che vi sia attualmente una soluzione in vista.
Se nulla verrà fatto tutte quelle Imprese che si è inteso salvare rischieranno di andare in liquidazione avendo in buona parte dei casi ampliato le perdite, quindi in situazione peggiore rispetto a 10 mesi orsono.
La speranza è che con un tecnico del calibro di Draghi al governo ci si metta mano quanto prima e che non passi inosservato il problema se non a danni fatti.
Basterebbe garantire al 100% tramite MCC finanziamenti agli Imprenditori finalizzati alla ricapitalizzazione del patrimonio da ripianare entro 7 o 10 anni con gli utili, non più distribuibili sino all’estinzione del prestito. Sposteremmo l’attenzione dal passato al futuro richiedendo piani industriali e business plan credibili e concreti.
Otterremmo due obiettivi:
- Ricapitalizzare aziende in difficoltà permettendo il rinnovo dei fidi finalizzati al circolante
- Obbligare le Aziende a ragionare su piani industriali e business plan oggettivi e realistici pianificando almeno un quinquennio finalizzando la produzione alla creazione di utili. Sembra ovvio e banale, l’esperienza ci dice il contrario.
Draghi pensaci Tu.
Articolo di Marco Simontacchi
01/11/2021