Tag Archivio per: #empowerment

Qualcosa è cambiato

Siamo al 10 agosto della più torrida e secca estate a memoria d’uomo, che tutto invoglia fuorché di lavorare.

Buona parte degli italiani sono in villeggiatura oppure a casa in ferie, leggenda vuole che sia tutto fermo, eppure qualcosa è cambiato.

Stiamo in questo preciso momento emettendo contratti assicurativi direttamente dai portali, assistiti in remoto da colleghi in smart working; stiamo procedendo a definire pratiche di finanza ordinaria e straordinaria con dirigenti per fornire tutti i documenti ai deliberanti prima di Ferragosto; stiamo dialogando per tutte le fattispecie con i professionisti e i clienti scambiandoci documentazione e firme.

Tutto ciò era impensabile sino a un paio di anni fa, fantascientifico se rapportato agli ultimi decenni del secolo scorso.

Non sappiamo se ciò sia un bene o sia un male, la tecnologia ci ha permesso di non dover mai chiudere le attività del tutto e di essere sempre connessi.

Se ben gestita la situazione permette di essere sempre operativi e di non aver soluzione di continuità in un mondo sempre più veloce, dove un paio di settimane di ritardo possono avere pesanti conseguenze.

Se mal gestita al contrario diventa una situazione di grande stress per le persone che non riescono mai a staccare veramente dal lavoro per rigenerarsi e tornare freschi e combattivi alla quotidianità.

Occorrono organizzazione, ruoli funzioni e compiti definiti e figure interscambiabili per gestire in modo proficuo l’opportunità, senza questi presupposti si genera invece burnout e caos.

A questo giro non esterneremo “noi siamo pronti, Voi?”, siamo in ferie da sabato e lavoriamo full time ancora sino a domani a mezzogiorno per gestire ritardi e urgenze.

Metà ferie se ne andranno così, si impara dagli errori: in Studio stiamo già pensando di riposizionare responsabilità e condivisione della filiera operativa per non farci cogliere impreparati prossimamente.

Noi saremo pronti, Voi?

Buone vacanze

 

Articolo di Marco Simontacchi

10/08/2022

Professionista: istruzioni per l’uso

Le complessità da affrontare per i piccoli e medi imprenditori sono ormai simili a quelle dei grandi imprenditori, con la differenza che i secondi hanno una o più linee di management a gestire le varie aree con specializzazioni sempre più marcate, mentre i primi o optano per il fai da te, con tutti i limiti di tale scelta, oppure ricorrono a professionisti a cui appoggiarsi o a cui delegare.

Molti il primo passo l’hanno compiuto e il fatto di avere uno o più consulenti, o meglio, temporary manager in azienda non è più fatto insolito.

In altre culture tale scelta è consolidata e considerata una necessità, non più una novità, l’approccio quindi è maturo e consapevole. In Italia l’approccio è ancora incerto.

Come in tutte le scelte esistono cose da evitare e altre da appuntarsi come prioritarie.

Andiamo con ordine:

La scelta

Non stiamo comprando rame ferro o un servizio generico non specialistico, stiamo scegliendo un professionista i cui consigli o le cui decisioni potranno influire in maniera anche molto decisiva sulle sorti aziendali e dell’imprenditore.

Rivolgersi all’amico dell’amico può essere di aiuto, ma non il criterio di scelta finale, va accertata la capacità anche attraverso la storia del professionista, da quanto tempo opera, che tipo di clientela segue, che referenze può vantare, se ha nella “cassetta degli attrezzi” anche quei programmi necessari a svolgere il proprio lavoro. Utilizzare prevalentemente fogli excel non è mai un buon segnale.

Non fare un’asta competitiva, un professionista serio non gioca al ribasso, può capitare che decida di fare una tariffa accomodante per brevi periodi in casi eccezionali se il cliente merita in prospettiva futura, ma rende chiaro che appena possibile le adeguerà: le tariffe al ribasso non portano mai lontano. Si ottiene ciò che si paga, chi costa poco nel tempo rende poco, se un professionista ci serve ma anche no allora lasciamo perdere, altrimenti assicuriamoci un elemento di valore, dopo averne constatata l’effettiva preparazione.

Il rapporto

Un consulente che si rispetti che deve affiancarci per un periodo di tempo abbastanza lungo tenderà a farci contratti a forfait mensile, questo non vuol dire che quindi lo si debba spremere il più possibile. Incrineremmo un rapporto e rischiamo di farci scaricare o prendere sottogamba: quella che per noi può sembrare una domanda semplice, a volte richiede studio, ricerca ed una elaborazione per dare una risposta ragionata e consapevole. Se faccio quotidianamente telefonate con richieste metto sotto pressione il professionista, che se si trova due o tre clienti simili dopo un po’ esplode. Raggruppiamo i dubbi e le domande e facciamole tutte insieme durante gli incontri programmati.

Tra cliente e professionista si deve instaurare un rapporto di fiducia reciproca, oggi spesso anche il professionista si trova nella spiacevole condizione di rischiare in solido con l’imprenditore per le proprie scelte, con la differenza che l’azienda non è sua. Evitiamo di chiedere conferma all’amico del cugino circa ogni scelta del professionista per poi tediarlo con “mi hanno detto che…”. Non c’è nulla di più irritante e deleterio per il rapporto. Se non ci si fida del professionista cambiamolo, se ci fidiamo non tediamolo, o lo perderemo.

Non mentiamo o sottaciamo alcunchè, tanto verremo scoperti e verrà a mancare la fiducia necessaria per lavorare serenamente. Un valido professionista ha visto centinaia di casi, le nostre bugie hanno le gambe veramente corte.

Utilizziamo un solo interlocutore per interfacciarci, è molto irritante e foriero di interminabili perdite di tempo per un professionista sentirsi chiamare da diverse figure per conto del cliente per la stessa cosa. Oltre a generare una indebita pressione e far perdere molto tempo è anche un abuso della pazienza del povero professionista che si trova a dover ripetere varie volte la stessa cosa a persone diverse. Il tempo è la risorsa anaelastica per eccellenza, ed è ciò che vende un vero professionista, la cui formula di successo è: conoscenza x tempo = risultato economico. Faremmo anche la figura dei pasticcioni disorganizzati.

A volte i professionisti fanno buon viso a cattiva sorte, o a pessima abitudine, sanno che è una questione culturale e i clienti italiani, vanno generalmente educati essendo per noi ancora una relazione da scoprire. Ricordiamoci però che un professionista serio e capace si pone dei limiti, oltre i quali ci lascia alla nostra sorte.

La frase spesso utilizzata tra professionisti recita più o meno: “raddrizziamo le sorti aziendali nonostante gli imprenditori”. E a volte è vero.

Voi che dite, che rapporto avete con i vostri professionisti?

 

Articolo di Marco Simontacchi

27/07/2022

Comprendiamo l’Empowerment

Si parla spesso di empowerment in azienda, vediamo in sintesi di che si tratta.

Nell’ambito professionale e delle risorse umane è lo sviluppo della consapevolezza di sé e delle proprie scelte, decisioni e azioni.

Letteralmente è il potenziamento, una presa di potere e di sviluppo del proprio potenziale personale per raggiungere obiettivi rilevanti per sé stessi e per l’organizzazione.

Cosa implica lo sviluppo delle proprie potenzialità?

  • La capacità di avere visione futura e di crederci;
  • La capacità di sviluppare l’autocontrollo e di utilizzarlo;
  • La capacità di trovare in sé stessi le risorse necessarie;
  • La fiducia nelle proprie capacità e possibilità.

A cosa si deve l’importanza dell’empowerment?

Essenzialmente all’esigenza di rendere le aziende sempre più efficienti, permettendo ai collaboratori di esprimersi al proprio massimo potenziale.

I collaboratori autorealizzandosi generano contemporaneamente valore per l’impresa stessa.

L’Empowerment si sviluppa su 4 livelli:

  • Autoefficacia
  • Sviluppo delle proprie motivazioni interiori
  • Fede – speranza che si sviluppi qualcosa di positivo
  • Pensiero positivo

Affinché ciò possa accadere l’azienda stessa deve creare le basi su cui costruire:

  • Una visione chiara e univoca a tutti i livelli
  • Convergenza di tutti i reparti verso la medesima mission
  • Chiarezza di ruoli funzioni e compiti
  • Consapevolezza delle attese aziendali in termini di obiettivi e tempi
  • Gestione e integrazione delle diversità come patrimonio aziendale
  • Un sistema premiante sia sugli sforzi che sui risultati
  • Condivisione delle informazioni

L’Empowerment è un percorso virtuoso che armonizza l’azienda rendendola più efficiente ed efficace, aumentandone la competitività verso l’esterno e la cooperazione all’interno a tutto vantaggio di clima, produttività e crescita.

È un percorso di entusiasmo e di speranza che coinvolge tutti i reparti trasformando non solo le persone ma l’azienda stessa, portandola ad esprimere il proprio massimo potenziale attraverso il proprio patrimonio principale e intangibile: i collaboratori.

Noi siamo pronti, Voi?

 

Articolo di Marco Simontacchi

25/04/2022